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  • Immagine del redattore Annina Moffa

Le bufale ai tempi del corona virus non sono di mozzarella

Aggiornamento: 8 mag 2020



A farla da padrona questa volta è la superstizione. «Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio» recitava Lino Banfi nel film omonimo di Sergio Martino. Era il 1983, ma la propensione dell’italiano medio a ricorrere al gesto apotropaico, allo scongiuro e al rito scaramantico sono rimasti invariati dai tempi dei Fenici, di cui pure esiste ampia prova in letteratura.



L'innata capacità dell’Homo Italicus a sdrammatizzare nei momenti tragici si è sempre risolta con la battuta e in epoca social è traslitterata nel meme, che già di per se suona come la formula di incantesimo.



Ecco allora che qualcuno approfitta delle coincidenze, mai fortuite, specialmente nella categoria numerologica, considerata al pari di un credo religioso, per lanciare campagne virali.



E se la ragione e l’evidenza scientifica non lasciano margini se non a uno scettico sorriso, c’è ancora chi resta pietrificato al passaggio di un gatto, chi evita di passare sotto le scale, non apre ombrelli in casa o, nella peggiore delle ipotesi, si rivolge a fantomatici maghi e indovini, quei discutibili personaggi, addobbati dalla testa ai piedi con turbanti, mantelli, anelli e collane, palle, sfere ruotanti in cui, a dir loro, si vede il futuro.



Il più contemporaneo e laico meme dilaga stavolta sui social sul tema del numero 20: è lui il principale indiziato nella storia delle sfighe dell’umanità, è lui il vero untore. Le pestilenze, a quanto pare, hanno una predilezione per gli anni bisestili, meglio ancora se terminano con queste due cifre: uno, zero.



Coincidenza o superstizione? Chi può dirlo. Fatto sta che il meme in questione riporta le quattro sinistre date del 1720, 1820, 1920 e poi appunto 2020. Nel 1720 si diffuse effettivamente la peste di Marsiglia, ma va smentito che nel 1820 ci fu mai un’epidemia di colera, che si colloca invece, in un lasso di tempo molto più lungo, tra il 1817 e il 1924. Assolutamente falsa risulterebbe poi la polmonite di Los Angeles, diffusa a partire dal 1924.



Quella del 2020 è un’evidenza sotto gli occhi di tutti, il che ha tratto in inganno i creduloni. Ma vaglielo a spiegare, non sia mai ti lanciassero una iattura.


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